mercoledì 1 agosto 2018

La sagra della ciliegia: la Sicilia tra storia, profumi e sapori.


di Rosetta Martorana.
Tutte le foto sono di proprietà della sig.ra Martorana






  




S. ALFIO: 



Anche quest’anno ( 30 giugno e 1 luglio )  si è svolta la sagra della ciliegia nella cittadina di s. Alfio scegliendo il suo nucleo principale nella Piazza Duomo, dove solitamente vengono allestiti diversi stands per la degustazione e quindi l’acquisto dei prodotti della gastronomia siciliana. Lungo la vicina via Coviello prende posto la famosa infiorata che, quest’anno, è giunta alla sua VIII edizione. Insieme all’infiorata di Noto e di Genzano (Roma) quella di S. Alfio risulta tra le più belle d’Italia. Nell’agricoltura catanese la Ciliegia dell’Etna occupa un posto di eccellenza a marchio DOP e viene prodotta in molti comuni vicini al vulcano estendendosi dalla costa fino ai 1600 metri d’altitudine.
Il paese di S. Alfio deve il suo nome alla tradizione religiosa dei tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino che furono deportati e condannati a morte in Sicilia.
Nativi di Vaste in Puglia, nella prima metà del III secolo, furono vittime delle persecuzioni contro i cristiani che li videro protagonisti di un viaggio avventuroso e mitico che toccò diversi centri come Roma, Pozzuoli, Messina, Taormina, Lentini, Trecastagni (questo centro nella sua toponimia ricorda i tre martiri “TRES CASTI AGNI”), Catania ed infine nuovamente  Lentini dove il ministro Tertullo li condannò a morte; di questa cittadina sono infatti i santi patroni.
Nel passato il paese di S. Alfio era una delle sette “torri” della contea di Mascali e solo nel 1923 diventò un comune autonomo; vantò una florida attività agricola e commerciale grazie alla produzione  di un vino scuro e ad alto tasso alcolico che piaceva ai Cavalieri di Malta.
Relativamente al Duomo di S. Alfio nel XVII secolo ebbe inizio l’edificazione della prima chiesa che poi sarà incorporata in quella attuale.  Nel rifacimento della facciata fu ingrandita la piazzetta anche per facilitare l’uscita e l’entrata della “vara” dei tre santi e  furono aggiunte le due navate laterali portando a tre le porte d’accesso.
I lavori di completamento e modifica, realizzati nel XVIII secolo, videro la  partecipazione della popolazione che diede il suo contributo lavorativo gratuitamente. La costruzione della parte superiore fu completata nel 1867, come viene riportato in una lapide commemorativa.     
Nel 1894 iniziarono i lavori di completamento all’interno con gli altari in marmo, le balaustre, la crociera centrale del pavimento, il pulpito e la pittura del trionfo dei tre Santi.
 La campana del campanile “Maria” è considerata la più grande della Sicilia, pesa 45 KG e porta l’immagine dei tre Santi in bassorilievo.
A S. Alfio, oltre al duomo, troviamo la chiesa del Calvario che risale al1878 e che fu edificata per il culto del venerdì santo e la chiesa di Nucifori che sorge nell’omonimo quartiere. Fu progettata nel 1957 e conserva al suo interno il busto della madonna di Tindari.

CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI


Nel bosco di Carpineto sito nel Comune di S.Alfio si trova il “castagno dei cento cavalli” di m. 22 di diametro e m.22 d’altezza; a lui è legata una leggenda  che vede protagonista la regina napoletana Giovanna I d’Angiò (1343-1381) che fu coinvolta in una battuta di caccia con i suoi 100 cavalieri, ma furono tutti sorpresi da un forte e improvviso temporale che li costrinse a riparare sotto le chiome del castagno fino alla conclusione del temporale. 
Fonti storiche ben accreditate smentirono la presenza della regina Giovanna d’Angiò in Sicilia e cosi la fervida fantasia della tradizione popolare la rimpiazzò con la regina Giovanna d’Aragona o con l’imperatrice Isabella d’Inghilterra, aggiungendo delle note piccanti alla vicenda:  la bella sovrana avrebbe colà trascorso una piacevole notte amorosa con i 100 cavalieri, durante il temporale.
Entrando nell’ambito storico, vero e proprio, abbiamo notizie documentate di questo albero: infatti Antonio Filoteo ci riporta alcune notizie nel lontano 1611 e Pietro Carrera in una sua opera di botanica del 1636 riferisce che poteva riparare 30 cavalli con la sua ombra.
Lo studioso Giuseppe Recupero portò avanti la tesi dell’unicità della pianta e nel 1766 documentò lo stato d’abbandono della casa posta sotto le fronde del castagno.
Il 21 agosto 1745 fu pubblicato il primo atto del “Tribunale dell’Ordine del Real Patrimonio di Sicilia” con cui si tutelava istituzionalmente il Castagno dei cento cavalli ed il vicino Castagno-Nave. Questo è il primo documento in assoluto di TUTELA AMBIENTALE IN SICILIA.
La trasmissione SUPER QAURK di Piero Angela ha studiato il DNA dei vari ceppi ed ha concluso che è unico e che il castagno potrebbe avere la circonferenza più grande del mondo.
Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre del 2006 l’UNESCO dichiara l’albero;” MONUMENTO MESSAGGERO DI PACE”.
Quest’ albero ha poi un fascino quasi mistico e surreale perché, grazie al gioco di luci e alla conformazione della corteccia, si possono individuare delle figure come l’orso, il cervo, il  coccodrillo, il viso di Gesù, il profilo di un viso che bacia Gesù,  la locusta e tante altre che arricchiscono la conoscenza di questo fenomeno naturale e ne risaltano il profilo artistico.     

MILO (Il buen retiro di Lucio Dalla)

Nelle zone viciniori ci sono altri centri degni di nota, come Milo, un paese ricco di storia e tradizione. Giovanni d’Aragona, fratello del re Pietro II, lo aveva eletto come residenza estiva e nel 1340 fece costruire la chiesa di S. Andrea attorno alla quale si è sviluppato un centro abitato in piena armonia con il paesaggio circostante.
Milo , essendo a 750 m. s.l.m. gode di un clima fresco d’estate e di un vasto panorama che si può godere dal belvedere antistante la chiesa di S. Andrea.          
Come tutti i paesi etnei anche Milo vanta una produzione agricola basata sui vini corposi di questa zona che annovera dei prodotti d’eccellenza come quelli dell’azienda vitivinicola “Barone di Villagrande”. Nel 1968 venne riconosciuta la D.O.C. ETNA, la prima Denominazione di Origine Controllata in Sicilia. Il disciplinare fu scritto da Carlo Nicolosi Asmundo, docente universitario nonché genitore dell’attuale barone titolare dell’azienda.
Nelle campagne di Milo il cantante Lucio Dalla, innamorato del paesaggio e della posizione del paese, costruì una villa dove si rifugiava e dove era ispirato per le sue composizioni.
A due chilometri da Milo si trova Finazzo con le sue caratteristiche segherie, vista l’abbondanza dei boschi che assicurò lavoro a tanti boscaioli e artigiani del legno. Un’altra risorsa economica del passato furono le “niviere” che permisero il commercio della neve particolarmente nel periodo estivo.
Nel momento in cui ci si mette in viaggio per conoscere ed esplorare nuovi posti ci si rende conto delle bellezze e delle ricchezze culturali e tradizionali che offre la nostra terra ed in modo particolare la Sicilia per noi Siciliani e non.
L’ “Accademia”, con la direzione di Bartolo Sammartino e l’ organizzazione  di Carmelo Impellizzeri, offre  sempre l’opportunità di cogliere un “quid” in più ; per questo infatti gli itinerari da loro organizzati sono definiti “I LUOGHI DELL’ANIMA”.



 




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