venerdì 20 agosto 2021

Blu di Giorgia Tribuiani - Fazi editore 2021

Recensione di Maria Rosa Giannalia
Ho appena finito di leggere “Blu” romanzo di Giorgia Tribuiani. Fazi editore 2021 E’ la storia del disagio adolescenziale di Ginevra, chiamata Blu in famiglia fin dall’infanzia, nome in cui i genitori riconoscono la parte buona della protagonista bambina contrapposta alla parte cattiva che, viceversa, è tutta di Ginevra. Questo sdoppiamento di personalità dura nel tempo segnando la personalità della diciassettenne di sensi di colpa e di ossessioni dei quali si libererà con grande dolore solo attraverso un percorso difficile. L’autrice narra con una modalità incredibilmente coinvolgente attraverso un tu narrante che investe il lettore fin dalle prime pagine catapultandolo nelle diverse e lancinanti ossessioni di Blu. In effetti parlare di narrazione non è del tutto appropriato: si tratta piuttosto di una vera e propria rappresentazione del disagio, fin dall’incipit, con tutta la miriade di pensieri, stati d’animo, azioni, dialoghi, oggetti, sapori, odori che Ginevra-Blu prova in ogni istante. La scrittura di Giorgia Tribuiani affilatissima, penetra all’interno della psiche della protagonista e ce la mostra in tutto il suo dramma nell’impossibilità dell’interazione con amici e familiari ma anche nella comunicazione con la performer Dora Leoni , artista della cui arte insieme alla persona la ragazzina si innamora ma dalla quale riceve un ennesimo rifiuto insieme però alla consapevolezza del suo futuro percorso. La Blu, amata dai genitori con corrisponde alla Ginevra che assomma in sé tutte le frustrazioni che alimentano il suo enorme malessere, malessere che va a consistere in azioni inconsulte di cui solo lei e noi lettori , attraverso la particolare scrittura dell’autrice, conosciamo le profonde motivazioni. Questa particolarissima scrittura molto innovativa che passa dal tu all’io narrante, caleidoscopica, emotiva, fàtica e interrogativa, consente al lettore di penetrare il mondo del disagio e lo colloca all’interno di una montagna russa fatta di parole che lo sollevano, lo avvolgono in spirali e labirinti, lo precipitano, lo risollevano dentro il vulcano emotivo di Ginevra-Blu dal quale lui, il lettore, uscirà solo alla fine insieme alla stessa protagonista. La stessa sintassi spezzata, ritmica, segue il filo dei pensieri e si storce alla comunicazione delle emozioni. Il flusso di coscienza si mescola con il dialogo, con il discorso indiretto libero, in una commistione di registri che mescola il parlato alle riflessioni in un continuum senza soluzione né pause. La scrittura ibridizzata dell’autrice accoglie tutta la tradizione novecentesca rivisitata in chiave di terzo millennio, con le sospensioni, la punteggiatura , il parlato, a tratti, anche del fumetto. Giorgia Tribuiani ha scritto un romanzo di formazione di cui anche il lettore diventa parte attiva potendo osservare dall’interno il difficile cammino di un’adolescente verso la conquista della libertà e dell’autonomia e soprattutto della consapevolezza.

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