Recensione di Maria Rosa Giannalia
Erano
giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini in quella loro prima
notte di nozze, nonché figli di un tempo in cui affrontare a voce problemi
sessuali risultava semplicemente impossibile. Anche se facile non lo è mai”.
Inizia così il libro di Mc Ewan e in questo incipit
mi pare sia riassunto molto bene lo spirito della narrazione e l’argomento che
l’autore svilupperà. Una sorta di proemio
che è informazione per i lettori rispetto a ciò che dovranno attendersi da
questo romanzo.
La storia dei due protagonisti Edward e Florence,
giovanissimi e colti, di buona famiglia lei, di famiglia più povera e meno organica al contesto
sociale borghese lui, lascerebbe supporre uno sviluppo narrativo giocato sul
rapporto di coppia e sugli intrecci di una vita coniugale all’interno di quella
stessa società inglese che tanto
innovativa è stata per tutta la generazione a cavallo dei due decenni degli
anni sessanta e settanta del novecento.
In realtà il focus narrativo è proprio su quanto viene esplicitato al lettore
nell’incipit: la prima notte di nozze.
Due freschissimi sposi, Florence ed Edward, vanno a
questo appuntamento assolutamente impreparati tecnicamente e psicologicamente,
poco avvertiti anche nella capacità di autoanalisi in relazione all’avvenimento
che càpita loro e loro malgrado.
Basta una semplice eiaculatio precox del giovane sposo, giusto al primo incontro
sessuale durante i preliminari amorosi della loro prima notte, a fare esplodere
tutto l’apparato matrimoniale , le attese, i progetti di vita e di lavoro posti
in essere dai due giovani attraverso la lunga e meticolosa preparazione delle
nozze con il corollario di presentazioni delle reciproche famiglie assai
squilibrate sia per status sociale che per cultura e per tipologia di rapporto
interparentale.
La famiglia di Florence sembra essere solida ed
estremamente borghese, fondata su certezze
consolidate dall’appartenza generazionale dei genitori della giovane che
non hanno dubbi riguardo a cosa sia veramente importante nella vita. Dall’altra
parte, invece, c’è la famiglia dello sposo, completamente priva di certezze e
ri-costruita su una cogente necessità: la malattia mentale della madre, che
risulta essere eversiva rispetto ad ogni logica borghese di strutturazione
della famiglia e dei rapporti parentali.
In questa situazione di partenza i due giovani sposi
si collocano ciascuno con le sue proprie aspettative legittime che però, a
causa di quel primo ed unico approccio sessuale, non avranno alcun seguito
nella loro storia di coppia. Nello sfondo, una società, quella inglese, già
avviata, da una parte, verso il
cambiamento epocale che non la vedrà mai più protagonista indiscussa di
quell’impero coloniale che , per secoli, l’ha collocata al centro della storia
del mondo, e dall’altra verso lo smantellamento dei valori forti che hanno
connotato , ugualmente per secoli, quella stessa borghesia che era riuscita ad
esportare nel resto del mondo persino i comportamenti interpersonali sociali e familiari. La deflagrazione della
rivoluzione sessuale degli anni sessanta, partita proprio da quella stessa
società così avvitata sulla propria pruderie,
fa implodere tutto il sistema su cui si era saldato e solidificato l’impero.
In questa ottica il fatto alla base del libro di
Mc Ewan, che costituisce il dispositivo drammatico di
tutta la narrazione - vale a dire l’incapacità dei due giovani di affrontare il
primo loro rapporto sessuale -, si
sposta dall’essere un semplice avvenimento casuale e secondario, in fondo
abbastanza frequente nella storia dei rapporti di coppia, a diventare un più
ampio e importante “fatto epocale” che
porta alla luce l’incongruenza della società borghese dell’Inghilterra di
fronte al cambiamento della storia. Cambiamento che non è determinato, in
questo caso, da macro-avvenimenti
come catastrofi, guerre o i conflitti
economici tra stati, ma, più semplicemente,dalla trasformazione lenta ma
inesorabile della mentalità sociale
capace, però, di stravolgere abitudini, comportamenti e con essi, le
strutture sociali. Ecco che, quindi, la sessualità, quella sessualità descritta
nel romanzo, non più episodica e acquiescente prestazione della donna nei
confronti del proprio marito, ma non ancora fatto di matura e consapevole volizione, finisce con l’essere eversiva,
sintomo e causa ad un tempo della destabilizzazione delle strutture sociali.
Per questi motivi il romanzo di Mc Ewan mi è
sembrato molto funzionale ad esprimere
lo sgomento di un’intera generazione , quella tra gli anni sessanta e settanta,
di fronte al cambiamento epocale dei valori sociali. La narrazione si avvale di
un linguaggio semplice, fluido, chiaro che supporta l’architettura del romanzo
stesso, molto congruente con il narrato, precisa e senza sbavature stilistiche.
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