di Rosetta Martorana.
Tutte le foto sono di proprietà della sig.ra Martorana
S. ALFIO:
Anche quest’anno ( 30 giugno e 1 luglio
) si è svolta la sagra della ciliegia
nella cittadina di s. Alfio scegliendo il suo nucleo principale nella Piazza
Duomo, dove solitamente vengono allestiti diversi stands per la degustazione e
quindi l’acquisto dei prodotti della gastronomia siciliana. Lungo la vicina via
Coviello prende posto la famosa infiorata che, quest’anno, è giunta alla sua
VIII edizione. Insieme all’infiorata di Noto e di Genzano (Roma) quella di S.
Alfio risulta tra le più belle d’Italia. Nell’agricoltura catanese la Ciliegia
dell’Etna occupa un posto di eccellenza a marchio DOP e viene prodotta in molti
comuni vicini al vulcano estendendosi dalla costa fino ai 1600 metri d’altitudine.
Il paese di S. Alfio deve il suo nome
alla tradizione religiosa dei tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino che
furono deportati e condannati a morte in Sicilia.
Nativi di Vaste in Puglia, nella prima
metà del III secolo, furono vittime delle persecuzioni contro i cristiani che
li videro protagonisti di un viaggio avventuroso e mitico che toccò diversi
centri come Roma, Pozzuoli, Messina, Taormina, Lentini, Trecastagni (questo
centro nella sua toponimia ricorda i tre martiri “TRES CASTI AGNI”), Catania ed
infine nuovamente Lentini dove il
ministro Tertullo li condannò a morte; di questa cittadina sono infatti i santi
patroni.
Nel passato il paese di S. Alfio era una
delle sette “torri” della contea di Mascali e solo nel 1923 diventò un comune
autonomo; vantò una florida attività agricola e commerciale grazie alla
produzione di un vino scuro e ad alto
tasso alcolico che piaceva ai Cavalieri di Malta.
Relativamente al Duomo di S. Alfio nel
XVII secolo ebbe inizio l’edificazione della prima chiesa che poi sarà
incorporata in quella attuale. Nel
rifacimento della facciata fu ingrandita la piazzetta anche per facilitare
l’uscita e l’entrata della “vara” dei tre santi e furono aggiunte le due navate laterali
portando a tre le porte d’accesso.
I lavori di completamento e modifica,
realizzati nel XVIII secolo, videro la
partecipazione della popolazione che diede il suo contributo lavorativo
gratuitamente. La costruzione della parte superiore fu completata nel 1867,
come viene riportato in una lapide commemorativa.
Nel 1894 iniziarono i lavori di
completamento all’interno con gli altari in marmo, le balaustre, la crociera
centrale del pavimento, il pulpito e la pittura del trionfo dei tre Santi.
La
campana del campanile “Maria” è considerata la più grande della Sicilia, pesa
45 KG e porta l’immagine dei tre Santi in bassorilievo.
A S. Alfio, oltre al duomo, troviamo la
chiesa del Calvario che risale al1878 e che fu edificata per il culto del
venerdì santo e la chiesa di Nucifori che sorge nell’omonimo quartiere. Fu
progettata nel 1957 e conserva al suo interno il busto della madonna di
Tindari.
CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI
Nel bosco di Carpineto sito nel Comune di
S.Alfio si trova il “castagno dei cento cavalli” di m. 22 di diametro e m.22
d’altezza; a lui è legata una leggenda
che vede protagonista la regina napoletana Giovanna I d’Angiò
(1343-1381) che fu coinvolta in una battuta di caccia con i suoi 100 cavalieri,
ma furono tutti sorpresi da un forte e improvviso temporale che li costrinse a
riparare sotto le chiome del castagno fino alla conclusione del temporale. 

Fonti storiche ben accreditate smentirono
la presenza della regina Giovanna d’Angiò in Sicilia e cosi la fervida fantasia
della tradizione popolare la rimpiazzò con la regina Giovanna d’Aragona o con l’imperatrice
Isabella d’Inghilterra, aggiungendo delle note piccanti alla vicenda: la bella sovrana avrebbe colà trascorso una
piacevole notte amorosa con i 100 cavalieri, durante il temporale.
Entrando nell’ambito storico, vero e
proprio, abbiamo notizie documentate di questo albero: infatti Antonio Filoteo
ci riporta alcune notizie nel lontano 1611 e Pietro Carrera in una sua opera di
botanica del 1636 riferisce che poteva riparare 30 cavalli con la sua ombra.
Lo studioso Giuseppe Recupero portò
avanti la tesi dell’unicità della pianta e nel 1766 documentò lo stato
d’abbandono della casa posta sotto le fronde del castagno.
Il 21 agosto 1745 fu pubblicato il primo
atto del “Tribunale dell’Ordine del Real Patrimonio di Sicilia” con cui si
tutelava istituzionalmente il Castagno dei cento cavalli ed il vicino
Castagno-Nave. Questo è il primo documento in assoluto di TUTELA AMBIENTALE IN
SICILIA.
La trasmissione SUPER QAURK di Piero
Angela ha studiato il DNA dei vari ceppi ed ha concluso che è unico e che il castagno
potrebbe avere la circonferenza più grande del mondo.
Tra la fine di settembre e l’inizio di
ottobre del 2006 l’UNESCO dichiara l’albero;” MONUMENTO MESSAGGERO DI PACE”.
Quest’ albero ha poi un fascino quasi
mistico e surreale perché, grazie al gioco di luci e alla conformazione della
corteccia, si possono individuare delle figure come l’orso, il cervo, il coccodrillo, il viso di Gesù, il profilo di
un viso che bacia Gesù, la locusta e
tante altre che arricchiscono la conoscenza di questo fenomeno naturale e ne
risaltano il profilo artistico.
MILO (Il buen retiro di Lucio
Dalla)
Nelle zone viciniori ci sono altri centri
degni di nota, come Milo, un paese ricco di storia e tradizione. Giovanni
d’Aragona, fratello del re Pietro II, lo aveva eletto come residenza estiva e
nel 1340 fece costruire la chiesa di S. Andrea attorno alla quale si è
sviluppato un centro abitato in piena armonia con il paesaggio circostante.
Milo , essendo a 750 m. s.l.m. gode di un
clima fresco d’estate e di un vasto panorama che si può godere dal belvedere
antistante la chiesa di S. Andrea. 

Come tutti i paesi etnei anche Milo vanta
una produzione agricola basata sui vini corposi di questa zona che annovera dei
prodotti d’eccellenza come quelli dell’azienda vitivinicola “Barone di
Villagrande”. Nel 1968 venne riconosciuta la D.O.C. ETNA, la prima
Denominazione di Origine Controllata in Sicilia. Il disciplinare fu scritto da
Carlo Nicolosi Asmundo, docente universitario nonché genitore dell’attuale barone
titolare dell’azienda.
Nelle campagne di Milo il cantante Lucio
Dalla, innamorato del paesaggio e della posizione del paese, costruì una villa
dove si rifugiava e dove era ispirato per le sue composizioni.
A due chilometri da Milo si trova Finazzo
con le sue caratteristiche segherie, vista l’abbondanza dei boschi che assicurò
lavoro a tanti boscaioli e artigiani del legno. Un’altra risorsa economica del
passato furono le “niviere” che permisero il commercio della neve
particolarmente nel periodo estivo.
Nel momento in cui ci si mette in viaggio
per conoscere ed esplorare nuovi posti ci si rende conto delle bellezze e delle
ricchezze culturali e tradizionali che offre la nostra terra ed in modo
particolare la Sicilia per noi Siciliani e non.
L’ “Accademia”, con la direzione di
Bartolo Sammartino e l’ organizzazione
di Carmelo Impellizzeri, offre
sempre l’opportunità di cogliere un “quid” in più ; per questo infatti
gli itinerari da loro organizzati sono definiti “I LUOGHI DELL’ANIMA”.