Ad Haifa,
città dello stato di Israele, nello sfondo del conflitto latente con la
Palestina, in un sottofondo di guerra con alterne vicende , con odi mai sopiti,
con recriminazioni dovute alle diversità di abitudini religiose e sociali,
Abraham Yeoshua intesse una storia di gente comune, attraverso la vicenda del
protagonista, Molcho, impiegato statale, ebreo osservante, ligio agli
insegnamenti della sua religione e della sua famiglia. Questi si trova ad
affrontare un periodo molto doloroso della sua vita a causa della malattia
mortale della moglie, della responsabilità dell’assistenza che a questa deve,
alla responsabilità che dovrà assumersi
nell’accudimento del figlio minorenne e del rapporto con gli altri due figli
maggiorenni uno dei quali ancora convivente.
Dopo la
morte della moglie che si dà tutta nell’incipit del romanzo, Molcho si ritrova
vedovo, ancora relativamente giovane ( ha cinquantatrè anni), alle prese con
una società che lo vorrebbe sposato con una seconda moglie dopo un giusto
periodo di lutto, osservante delle pratiche rispettose della tradizione nella
conduzione della famiglia, ligio al rapporto con la suocera - che non ha mai
mancato di assicurare la sua presenza durante la malattia della figlia,
assumendosi la propria parte di responsabilità nella gestione della famiglia,
nipoti compresi - e infine affettuoso e devoto figlio di una madre esigente e
un po’ tirannica che vive a Gerusalemme e che
reclama le attenzioni verso la sua persona.
Molcho è un
uomo mite, vissuto sempre all’ombra della moglie che si intravede qui e là nel
testo essere stata la conduttrice più ferma del ménage coniugale con la sua determinazione teutonica, essendo
di origine tedesca e informata alla cultura mitteleuropea piuttosto che a
quella introspettiva e analitica tipicamente ebraica.
Dopo il
periodo prescritto per il lutto, Molcho conosce diverse donne: la prima della
serie, una collega del suo stesso ufficio ma di grado superiore al suo, la
seconda, la moglie di un cugino ebreo ortodosso privo di discendenza che per
questo è pronto a divorziare e a “cedere “ a lui la sua stessa moglie, e infine
una ragazza ebrea russa, figlia di un’amica della suocera che si rifiuta di
vivere in Israele e vuole caparbiamente tornare a vivere nella Russia ex
sovietica. C’è un’altra figura femminile, la più improbabile nella vita di
Molcho , ma anche la più perturbante, la figlia appena adolescente di un
indiano che il protagonista incontra per caso nel corso di un viaggio di lavoro
cui era stato costretto dal proprio direttore d’ufficio.
Ognuna di
queste figure rappresenta nella vita di Molcho un itinerario differente e
un’occasione di conoscenza e di riflessione su di sé.
Ricondotta a questi elementi la trama si presenta alquanto scarna ed
essenziale, ma il modo con cui l’autore intreccia le vicende minimali di questi
personaggi conferisce alla narrazione
ritmo e notevole spessore letterario.
Si può
quasi dire che questo romanzo abbia un andamento emotivo più che narrativo,
poiché la narrazione procede attraverso la focalizzazione dei diversi episodi
che vedono Molcho impegnato nel rapporto con queste differenti donne.
Dalla
vita fatta di routine con i suoi movimenti e le sue pause che il protagonista
ha condotto con la moglie , intersecata dalla presenza costante della suocera
che ammira e rispetta e il cui ruolo non contesta mai all’interno della sua
famiglia, Molcho passa al rapporto con la collega, donna volitiva e
prescrittiva che per una fatalità di quelle imprevedibili, durante un viaggio
in Germania est dove insieme si erano recati per una breve vacanza, sarà
costretta a “subire” la presenza di
Molcho in veste di uomo accudente anziché di amante focoso quale lei se l’era
immaginato o forse aveva sperato che fosse.
Con Yah’ra ,
moglie del cugino ebreo ortodosso, Molcho ha l’opportunità di vivere un po’ di
giorni insieme , quasi una prova prematrimoniale che avrebbe potuto preludere (
almeno nella mente del cugino) ad un secondo matrimonio. Questo rapporto
iniziale è però confuso e intermittente: Molcho trova diverse caratteristiche
sgradevoli nella donna, e, dopo averla passata al setaccio della sua analisi,
capisce di non avere alcun interesse reale per lei. Il tutto mentre il marito
continua a telefonare per informarsi dell’andamento della prova o , forse,
perché inconsciamente legato ancora alla donna dalla quale realmente non vuole divorziare.
Il
rapporto che Molcho intesse con l’ultima delle tre donne, la più giovane, una
ragazza non ancora ventenne che lui ha acconsentito, spesato di tutto, di
riaccompagnare in Europa da dove la ragazza tornerà in Russia, è il più
destabilizzante per il lettore: non si capisce se lui abbia acconsentito per rendere
un favore alla suocera o per fare un viaggio gratuito o perché in fondo
interessato anche alla compagnia della ragazza stessa. Lo stesso protagonista
non lo sa, avverte dei sentimenti confusi ma non li analizza, la ragazza gli
sfugge e lui disattende lo scopo di quel viaggio.
La
confusione dei sentimenti è cadenzata da una caratteristica concreta di Molcho:
il suo rapporto con il denaro. Non è un uomo avido, sicuramente, ma possiede
una parsimonia maniacale che tarpa ogni manifestazione di affettività e, in
certo modo, lo possiede .
Ma l’ultima
figura femminile credo sia per Molcho quella maggiormente perturbante ma nello
stesso tempo anche necessaria per la sua comprensione dell’universo femminile:
una ragazzina dodicenne, innocente, priva quasi di caratteristiche femminili,
che turba il suo equilibrio sentimentale. L’attrazione sconveniente che Molcho,
uomo maturo, prova, lo costringe a fare finalmente i conti con la sua psiche e
con la sua anima e a condurre una specie di autoanalisi che , infine, lo
porterà alla comprensione di sé.
La
narrazione di Yeoshua che ha un ritmo lento, un registro medio, un lessico
ordinario, sottolinea e quasi accompagna l’itinerario morale del protagonista in una sorta di educazione
sentimentale che quest’ultimo non è stato in grado, nonostante la maturità e
l’esperienza accumulata nel corso della sua vita , di raggiungere pienamente.
Il
ritmo che l’autore sceglie per questa scrittura sembra accompagnare questa
evoluzione lenta ma compiuta. Il fatto, ad esempio, di avere dato alla
narrazione uno sviluppo cronologico che parte proprio dalla morte della moglie,
dà la possibilità all’autore di sviluppare questo tipo di itinerario verso
l’affrancamento dai condizionamenti sociali del contesto ebraico e dalla tirannia
del femminile, così presente e incalzante nella vita del protagonista da
renderlo totalmente succube delle scelte altrui e incapace di determinare
volitivamente il suo modo di essere.
I
flash-back sparsi nella narrazione danno la possibilità all’autore di
rappresentare compiutamente anche gli altri personaggi che si connotano
principalmente nella relazione con il protagonista.
Veramente interessante l’uso del lessico quotidiano e familiare
attraverso il quale Yeoshua dipinge la vita del protagonista nel contesto, che
è sempre sullo sfondo e molto defilato, della realtà di Israele tra guerra
continua e voglia di normalità.
Maria Rosa