Friedrich Durrenmatt- Il
giudice e il suo boia- Universale economica Feltrinelli - Milano 2002
pp.109.
Di
genere poliziesco, questo romanzo breve di Durrenmatt si snoda nell’atmosfera grigia e fredda di
una Svizzera invernale poco accogliente e per niente oleografica, come spesso
siamo abituati a pensarla.
Il
protagonista della storia, l’ ispettore Barlach, alle prese con le indagini sull’omicidio
del tenente della polizia di Berna, ispettore Schmied, è vecchio e malato e
animato da un unico desiderio professionale e di vita: mandare in galera un
certo Gastmann, uomo altolocato, sostenuto da una rete di relazioni importanti
che spaziano dal campo del commercio internazionale, alla politica e alla
cultura. Uomo intraprendente ma malavitoso, colpevole di numerosi omicidi per i
quali non si sono mai trovate prove.
Barlach
ha giurato a se stesso di incastrarlo e prima della sua morte, che il suo amico
medico Hungertobel ha previsto da lì a qualche anno, costruisce una tela ampia
e sofisticata per realizzare il suo obiettivo. Ma sulla sua strada intervengono
degli imprevisti, nonostante i quali l’ispettore, carico di anni e di esperienza, riesce tuttavia a realizzare
il suo intento.
Durrenmatt
in questo suo breve romanzo dà un saggio del suo talento magistrale
nell’architettura di un giallo che, nella sua asciuttezza e linearità, nulla
lascia alla ridondanza né ai pretesti e ornamenti letterari che in molti
romanzi del genere citato, più che allontanare il lettore dalla soluzione del
caso, agiscono come espedienti per distoglierlo dall’intreccio e sviarne
l’attenzione.
Viceversa
Durrenmatt avvinghia il lettore costringendolo all’attenzione più totale al suo
testo, nulla concedendo alla divagazione ma, di contro, invitandolo ad
esercitare logica e raziocinio per condurlo sullo stesso piano della scrittura.
Il lettore così avvinto, viene inchiodato alla pagina scritta fino al disvelamento
finale, dove nulla viene tralasciato e ogni oggetto, ogni personaggio, ogni azione
trova ragion d’essere nella narrazione coesa e compatta della storia.
Pochi
gialli di autori, a noi più vicini, possono vantare lo stesso grado di coerenza
tra tutte le componenti stilistiche, retoriche e di intreccio simili a questa
di Durrenmatt. L’estrema letterarietà del breve romanzo non inficia la
scorrevolezza né il piacere della lettura. Al contrario la qualità dello stile,
lo stesso che ritroviamo in altre opere dello stesso autore, è il mezzo
attraverso il quale il lettore, anche il meno letterariamente avvertito, può
penetrare nei meandri della costruzione archetipica della vicenda e
comprenderne le ragioni profonde e motivanti. Da leggere senz’altro anche ad
agosto.
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