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Torno
nuovamente, ma solo per una brevissima nota, sulla questione della telefonia
mobile.
Ho
un contratto con Wind, molto vantaggioso, o così mi sembrava fino alla
settimana scorsa. Allettata dall’offerta dei 500 minuti con tutti+ 100 sms, alla modica cifra di 10 euro mensili, mi sono convertita
a Wind, dopo un laborioso divorzio da Vodafone dal quale mi ero bruscamente
separata a causa di un gravissimo, secondo me, inganno reiterato per un lungo
periodo durato ben tre anni.
A
questo punto, con quest’altro gestore, mi sentivo al sicuro. Il contratto con
Wind vincolava entrambi a non variare più la cifra pattuita e riportata nel
contratto. I minuti , pensavo, sarebbero stati di molto sovradimensionati
rispetto alle mie necessità, non essendo mai stata una patita della telefonia mobile, e non
avendo, di conseguenza attivato nè WhatsApp nè altre applicazioni.
Gli
amici e le amiche preferisco incontrarli per una lunga ( o breve, dipende
dall’umore) chiacchierata al caffè o nel salotto di casa mia. O al più
scrivendo loro (e ricevendo) lunghe e-mail che hanno il potere, senza il
vincolo dell’ora, di essere piacevoli e, a volte, consolanti.
L’uso
modico, a meno che non ci siano urgenze, non mi sollecita neppure ad avere il
cellulare sempre a portata di mano, tanto che spesso me ne scopro priva proprio
nel momento del bisogno. Ma non importa. Preferisco la mancanza che la
dipendenza.
I
messaggi che ricevo però sono molti ma molti di più di quelli che invio. C’è
stato un tempo, confesso, che al segnale della ricezione di un sms, qualsiasi
cosa stessi facendo, interrompevo tutto per andare a vedere chi avesse sentito
la necessità di cercarmi. A volte anche nelle ore notturne.
E
dopo avere scoperto che tutte queste comunicazioni urgenti arrivavano dalla
Rinascente, dalle stessa Wind, dall’altro gestore tradito e abbandonato, da una
famosa ditta di abbigliamento ( cui incautamente ho lasciato il mio numero di
cellulare) e da almeno altre quattro aziende similari, ho scoperto che forse
non era tanto il caso di dare modo a tutte queste aziende di allietare le mie
giornate intervallando le mie attività con i loro gentili messaggi
pubblicitari. Anche nel loro interesse, dico. Perché io sono veramente
allergica a qualsiasi forma di pubblicità che , su di me, ha l’effetto
esattamente contrario. E certo, quindi, non ne avrei mai fatto buon uso.
Tornando
al dunque, cioè al conveniente contratto succitato, almeno pensavo di potere
dormire sonni tranquilli. Pensavo.
Fino a quando non ho dato uno sguardo più attento del solito ad uno dei
numerosi messaggi che il mio gestore mi invia puntualmente a fine mese, quando,
in automatico, mi sottrae i 10 euro, come da contratto, per il rinnovo
dell’abbonamento.
Nel
primo messaggio trovo scritto: Wind
rinnova l’offerta di 500 minuti mensili
al costo di 9 euro e poi (altro messaggio) Wind rinnova 100 sms al costo di 1 euro mensile. Scadenza 3 novembre escluso.
Escluso?
Ma come? Mi pare di avere stipulato il contratto il nove del mese del maggio precedente e non il tre.
Telefonata
immediata al 155 giusto per chiedere lumi. Magari, penso, sono io a non
ricordare bene. Voglio controllare, così
per scrupolo.
Finalmente,
dopo tante scelte sbagliate tra le innumerevoli opzioni proposte dal
risponditore automatico e da me descritte in un precedente post sullo stesso argomento, finalmente trovo
l’operatore di turno che, bontà sua, è disposto ad ascoltarmi e, soprattutto a
capire ciò che mi preme sapere. Mi ritengo fortunata solo per questo.
Scopro
così che: il mio contratto stipulato il 9 di maggio 2014 scade esattamente l’8
giugno, perché il 9 è escluso, e così anche il successivo mese l’abbonamento
scadrà il 7 e poi il 6 e poi il 5 e poi il 4 e finalmente arriviamo ( il
plurale si impone perché la ricerca è stata compiuta insieme al gentile
operatore di nome Roberto) a scoprire il perché del 3 novembre, l’unica data
che ho controllato.
Ne
deduco che nel giro di trenta mesi, Wind si incamera un mese pagato e non
fruito da me e, ovviamente, da tutti gli altri clienti che hanno stipulato,
come me, lo stesso vantaggioso contratto.
Roberto
non ha dubbi sulla giustezza di questi calcoli da parte di Wind e si meraviglia
molto della mia meraviglia, quando gli rendo noto che il mese citato dalla
pubblicità, lo avevo inteso come mese, cioè un insieme di trenta o trentuno
giorni con l’unica eccezione di febbraio.
Quanti
saremo tutti i clienti che godiamo del privilegio di questo tipo di contratto?
Io non lo saprò mai, ma Wind sì, soprattutto all’atto del bilancio dei profitti
annuali.
E
noi? Noi, al solito, siamo sempre contenti.
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