Non avevo mai scritto fiabe prima. C'è voluta
tutta la fantasia e la curiosità di Rebecca, la mia prima nipotina, per fare
affiorare i ricordi sopiti della mia infanzia. E' straordinario come ciò che pensavi
perduto per sempre, relegato nelle pieghe dimenticate della tua memoria, possa
d'un subito venire fuori anche senza provocazione. In questo mio caso la
provocazione c'è stata e si chiama "logica di Rebecca".
E' da questa provocazione che è nata l'idea di questi racconti. Questi
racconti hanno preso una loro forma autonoma e si sono trasformati in un libro.
E questo libro adesso è qui , un libro vero, di carta, che si può
toccare, sfogliare, annusare, guardarne le illustrazioni.
I
disegni li ha fatti lei, la mia nipotina, che dall'alto dei suoi sei
anni, è prontissima a criticare tutto ciò che non le piace e che non rientra
nella sua logica. Perciò non ha voluto sentire ragioni, tutte le volte che la
sollecitavo a cambiare qualcosa nei suoi disegni.
Questa
logica, diciamocelo noi adulti, anche piano, in un orecchio, è una
logica serrata e stringente che ci sbalordisce, perché non è la nostra logica
mediata da anni di conformismi sociali, da idee che si sono dovute
piegare al confronto e alla negoziazione. No. La logica di una bimba di sei anni,
come quella di tutti i bambini, è pura. Ed è per questo che le parole dei
bambini, ci fanno sentire a disagio, spiazzati e nudi.
Ma è proprio per questo
che dovremmo avere il coraggio di imitarli. Almeno qualche volta.
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