Ieri,
di ritorno a casa dopo una mattinata passata in giro per fare commissioni nella
mia città di Quartu S.E., ho trovato nella cassetta postale due dépliant di
propaganda elettorale.
Tra
i tanti che in questi giorni hanno intasato la mia, come tutte le altre
cassette postali del condominio in cui abito, ho notato proprio questi
due perché molto grandi e invasivi. Ho
dato uno sguardo distratto, ma poi qualcosa ha attirato la mia attenzione in
forma consapevole. Il grande logo di un nuovo partito, che ricalca in chiave sarda il partito vincente spagnolo e che promuove la
candidatura del sindaco uscente e di due nuovi sostenitori, candidati
per il consiglio comunale, mi ha costretto a leggere tutto il manifesto e,
naturalmente a fare le mie considerazioni.
Accanto
al logo del partito, in tutta evidenza e in caratteri cubitali, campeggia la
frase fulminante: Il 31 maggio dai il tuo
voto alla lista *** CON VOI possiamo continuare a lavorare per la crescita
della città.
Niente
da obiettare sull’efficacia comunicativa di questo manifestino che ,
sicuramente è stato elaborato da professionisti del mestiere. Non c’è dubbio
che catturi l’attenzione del pubblico, così come ha catturato la mia.
Ma
forse c’è, anche in questo, “un anello che non tiene”, e risiede proprio in
quei tre verbi così perentori possiamo-continuare-a lavorare per la
crescita della città.
Va
da sé che un cittadino quartese possa chiedersi: ma quali lavori? Per quale
citta? E, poi, quella possibilità espressa senza un'ombra di dubbio: possiamo continuare, trattandosi appunto di candidati che già nella
presente legislatura hanno avuto l’occasione di farli, essendo stati regolarmente
eletti dalla maggior parte dei Quartesi e dunque preposti all’amministrazione e alle decisioni.
Sono
stata dunque incoraggiata ad una disamina più approfondita di alcuni aspetti della città, quelli più
macroscopici, quelli che un cittadino non addetto ai lavori, ma che vive e lavora in città, vede anche se non vuole
vedere.
Strade: non c’è
una strada, dicasi una sola, nella città di Quartu che non
sia costellata da buche en plain air più o meno grandi in cui il cittadino
ignaro va a rovinare con le gomme della sua auto, facendo sobbalzi di tutto
rispetto in grado di fargli risparmiare i soldi di qualsiasi palestra ginnica, ma non quelli del meccanico; e ancora i lavori pubblici, fatti senza alcuna pianificazione che non hanno prodotto
altro che tagli dell’asfalto a intervalli ripetuti nel tempo, tanto che
gli automobilisti possono tranquillamente esercitarsi in voluttuose gimkane;
per non parlare dei giri labirintici cui sono costretti a causa della
segnaletica , a dir poco, manicomiale. Un piccolo esempio di cattiva
pianificazione? Non si capisce perché mai nella via S. Benedetto si stia
ripristinando la pista ciclabile, quando quella che era stata fatta dalla
precedente amministrazione, è stata eliminata per far posto ai parcheggi, molto più razionali. Allora perché ripristinarla? Anche in considerazione che
tale pista poi non si collega a piste analoghe né nella via Fiume né nel viale
Colombo. Sarebbe come dire: i ciclisti, dopo avere percorso la pista, per
transitare nelle altre strade hanno due possibilità: o caricarsi la bicicletta
in spalla e attraversare a piedi tutta la strada senza pista, o immettersi nel flusso
di tutti gli altri veicoli, autobus compresi.
Marciapiedi: non ce
n’è neppure uno in tutta la città che faccia onore al suo nome: permettere ai
passanti di marciare a piedi. Lastricati rotti in moltissimi punti, escrementi
di cani, spazzatura caduta dai contenitori che non viene raccolta dal personale preposto nè dagli
stessi abitanti autori dell’abominio, non permettono alcun passaggio né, men
che meno, passeggiate. I malcapitati passanti, specie se anziani, devono fare
moltissima attenzione per non cadere in queste buche e rompersi qualche gamba
(personalmente ho udito molti racconti da parte di anziani costretti a lunghe
sedute di fisioterapie);
Edifici di proprietà comunale: abbandonati
al loro destino. Vedasi il caffè del parco prospiciente il parco Europa ormai totalmente vandalizzato in tutta le
sue parti e allegramente contornato da spazzatura di ogni tipo. Ogni tanto
vengono inviati alcuni manutentori del
verde pubblico che potano artisticamente le sparute piante, quelli che affacciano nella strada, perché alle altre, essendo più nascoste alla vista dei passanti, non
viene riconosciuta pari dignità, quindi esse, le piante, possono lentamente morire o rimanere nel
loro status quo. L’edificio molto
vasto della parallela di via Fadda, che avrebbe dovuto essere adibito a
casermetta, non è mai stato aperto né ha avuto altre destinazioni.
Stadio o meglio ex stadio di calcio: dopo tutto lo smantellamento degli spalti, rimosso il rimovibile, quale
è stata la destinazione di questi spazi? Ancora dobbiamo capirlo.
Questi
sono solo alcuni, pochissimi e brevi esempi dello stato di degrado in cui versa
la città.
E
allora lo slogan del manifesto elettorale di cui sopra 31 maggio dai il tuo voto alla lista *** CON VOI possiamo continuare a
lavorare per la crescita della città, mi sembra che suoni come una beffa. Continuare
a lavorare?
Ma
io non voglio che questa giunta continui a lavorare,anzi non voglio che continui,
punto.
In
cosa e perché mai dovrebbe continuare a lavorare? Per raggiungere quali
risultati, viste le premesse?
E’
questo che mi sono chiesta leggendo il manifesto. E spero se lo chiedano in
tanti come me.
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