Recensione di Gemma Pardocchi
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Il titolo si riferisce ad una spiaggia sulla costa del Dorset sulla
Manica, il cui nome deriva dall’Old English ‘ceosol’ o ‘cisel’, un misto di
sabbia e ciottoli multicolori più o meno grandi, levigati dal
mare, patrimonio dell’Unesco. Alle spalle la laguna di Fleet e più a sud
l’isola di Portland. La spiaggia è quindi stretta fra la laguna e il mare e
caratterizzata dal rumore prodotto dalle onde della risacca che si infrangono
sui ciottoli.
La scelta del luogo dove ambientare il momento più cruciale della
storia dei protagonisti, Edward e Florence, non fu casuale, ma voluto da McEwan: il fatto
che i due si trovano come bloccati su
una spiaggia instabile, con alle spalle la laguna, “rende la sensazione di
dover arrivare ad una consapevolezza, passare il limite, e invece si rimane
intrappolati proprio su questo confine”. La spiaggia diviene il luogo simbolico della rivelazione della
fragilità dell’identità e dello smarrimento dell’Io. Un topos che si ritrova
nella letteratura inglese da Arnold a Stevenson, Joyce, Woolf, la spiaggia
rappresenta uno spazio geografico di limite, problematico e instabile, dove il
precario equilibrio fra terra e mare, sempre mutevole e in mutazione,
simboleggia il precario equilibrio fra individuo e mondo a cui appartiene, l’ impossibilità di controllo sul reale, o
l’impossibilità di incontro reale fra elementi.
I due protagonisti del romanzo,
giovani appena sposati, freschi di studi,
trascorrono la prima notte di nozze nel luglio del 1962 in un albergo sulla spiaggia di Chesil.
Entrambi non hanno mai avuto esperienze sessuali, e non hanno mai affrontato
l’argomento pur vivendo alle soglie di una rivoluzione culturale che cambierà
veramente mentalità e comportamenti dei giovani europei. Arrivano impreparati
al matrimonio e si portano dentro riserve e paure che non riusciranno a
sciogliere pur amandosi e volendo fortemente trascorrere la vita insieme. Lui,
Edward, vive con trepidazione e desiderio, ma con molta ansia questo momento,
temendo di commettere qualche sbaglio che offenda lei e rovini così il loro
rapporto, perciò è disposto ad avere tutta la pazienza necessaria. Lei,
Florence, è terrorizzata dal pensiero di ciò che avverrà e prova disgusto anche
per il solo contatto fisico e ha cercato di sottrarsi durante l’anno
del loro fidanzamento ai baci di lui. Le
piacerebbe avere bambini se fosse possibile averli senza rapporti, e si rende
conto che forse sarebbe stato meglio parlare con Edward di questa ‘anomalia’ ma
glielo impedisce la sua riservatezza e il fatto che affrontare tali argomenti
era assolutamente impossibile nel loro tempo e ambiente.
Essi sono ragazzi ‘normali, ’ figli del loro tempo, anche se
provengono da situazioni sociali differenti. Edward di famiglia non agiata ha tuttavia
continuato gli studi fino alla laurea in Storia e vorrebbe continuare a
studiare e fare il ricercatore, ma troppo preso dal desiderio di lei, capisce
che deve sposarla per poterla avere e si dichiara. Per potersi sposare, accetta un posto di lavoro dal padre di lei.
Ha vissuto come un normale ragazzo della sua età un’esistenza tranquilla anche
se non si è sottratto alle risse tra studenti, si considera un ‘temerario
fisico’ e teme un po' questo suo carattere a volte irruento. Edward ama la
musica jazz ma ammira moltissimo la sua Florence e il suo talento di
violinista.
Florence, nata da una famiglia agiata, è timida e a volte
impacciata, ma è una brava musicista e si mostra decisa a intraprendere la
carriera musicale e fonda un complesso classico che dirige con determinazione e abilità. Sembrerebbe che i
due abbiano poco in comune, si conoscono solo superficialmente e anche se sono
convinti di amarsi e di volere una vita insieme, non riescono veramente a comunicare.
Entrambi però ambiscono a liberarsi dalla famiglia e anelano alla libertà, a
scrollarsi di dosso tutte quelle regole e convenzioni che imbrigliano i giovani
del loro tempo.
Il racconto della loro storia
procede alternando quello della prima notte di nozze con flash back nelle loro
vite, l’infanzia, la scuola, la famiglia,
le amicizie del college, episodi relativi ai primi movimenti di protesta
che preludono al grande movimento della fine degli anni ’60 e primi anni ’70,
in un andamento sinuoso, che mantiene viva l’attenzione del lettore e non
stanca mai. L’introspezione psicologica nei personaggi è condotta in maniera
profonda ma ‘naturale,’ senza
pesantezza: scaturisce dai pensieri e
dai comportamenti narrati e molto spesso percepiamo il punto di vista dell’uno
o dell’altro in maniera netta.
Attraverso i loro pensieri, per
esempio, e il loro desiderio di liberarsi del limite rappresentato dalle regole
degli adulti, apprendiamo il divario esistente fra la mentalità degli anziani e
quella dei giovani, mondo
conservatore versus mondo moderno,
patriottismo e orgoglio nei primi e realismo nei giovani che non credono più ad una Inghilterra decisiva sulle
questioni mondiali.
Tutta la storia è focalizzata sul
momento di transizione fra passato e futuro, tra un’educazione troppo
riservata, avvolta nel silenzio, che non affrontava temi legati alla vita sessuale, e l’esigenza di un’educazione basata sulla conoscenza ed
esperienza, sulla libertà, che sarebbe stata la bandiera delle proteste
giovanili che avrebbero dato il via a un
cambiamento epocale.
Florence in un certo senso rappresenta il contrasto e il punto di
passaggio dell’Inghilterra dal puritanesimo dell’epoca vittoriana, limitante e
repressivo in campo sessuale e la nuova era di liberazione sessuale della fine degli
anni ’60: un ‘dramma’ che lei non riesce
ad affrontare. Sembra quasi che l’autore voglia dirci che nonostante questa
apertura dei costumi e la libertà conquistata, non sarebbe stato facile
scrollarsi di dosso i tabù e le paure radicate nell’intimo dall’educazione
puritana.
Florence è una personalità complessa, incarna la dicotomia fra passato
e futuro, desiderio e aspirazione ad una vita amorosa appagata e felice e il
desiderio di rimanere padroni di se stessi, di affermarsi e di soddisfare il
proprio Io. Florence però non riesce a conciliare le due cose, sente che la sua integrità, indipendenza e libertà sono
minacciate dal rapporto sessuale che lei considera una sorta di
prevaricazione dell’uomo sulla donna. Il personaggio è come sdoppiato: da un
lato è innamorata di Edward e vuole veramente condividere la vita con lui; vuole compiacere il marito, come si conviene ad una sposa, durante
l’approccio della prima notte; dall’altra tutto il suo essere si ribella e
prova solo disgusto. Non riesce a confidarsi in lui, a parlargli della sua
paura, del suo problema.
D’altronde i due sposi non
hanno mai affrontato argomenti riguardanti il loro rapporto, chiusi nel
silenzio e nella riservatezza per paura
di offendere l’altro, di ferirlo, di allontanarlo. Un’incomunicabilità di fondo
che unita a ingenuità e inesperienza, li porterà al fallimento della prima
notte di nozze ed al fallimento del loro matrimonio. Sarebbe bastata una
parola, più fiducia nell’altro, più esperienza da parte di Edward nel condurre
l’approccio sessuale, più carezze, più tempo.
Il finale, a mio avviso bellissimo, nonostante la conclusione non
felice, è un’analisi profonda e sottile dei sentimenti e dei comportamenti
umani: lui è prima invaso dalla rabbia dopo la fuga di lei dalla camera
nuziale, poi cerca di far rivivere l’amore che sente in lui svanito,
richiamando alla mente i bei e consolatori ricordi dei momenti di intesa e
felicità; ma alla confessione di lei di non avere avuto il coraggio di
rivelargli la sua avversione per il rapporto fisico, si infuria ancora di più
per la totale mancanza di fiducia senza la quale non esiste matrimonio, ma
ancora di più si sente profondamente offeso e deluso dalla proposta di lei di
avere altre donne ma di continuare la
loro vita matrimoniale.
Una bella storia, condotta in
modo magistrale dal punto di vista stilistico, un’analisi psicologica profonda
e raffinata, un piano simbolico ricco di immagini e suoni come il rumore
fragoroso delle onde di risacca sulla spiaggia di ciottoli, che fa da
contrappunto al crescendo dei sentimenti: fallimento, rabbia, delusione, amarezza in un movimento senza fine; e di
contrasto al silenzio che avvolge gli sposi durante la cena di nozze. La
spiaggia su cui si consuma il dramma dei due sposi stretta fra il mare e la
laguna rappresenta il limite del loro rapporto, l’incapacità e quindi
l’impossibilità di superare la fisicità come problema e andare incontro
con libertà alla complessità e pienezza
del rapporto amoroso; mentre la precarietà dell’incontro tra l’acqua e la
sabbia, rappresenta l’incomunicabilità e quindi
l’impossibilità di un incontro reale fra i due.
Un tema centrale del libro mi
pare l’Amore in diverse sfumature: il rapporto fra la coppia Edward-Florence
sollecita delle domande. Cosa vuol dire amare? Essere ‘innamorati’? E‘ ciò che
Ed prova per Flo? o ciò che Flo prova
per Ed? piacere di stare assieme? essere innamorati vuol dire annullarsi l’uno
nell’altra? Si può amare senza ‘donarsi’ sessualmente? Ci può essere amore
senza confidenza, senza fiducia? Vivere nella paura di ferire l’altro, di
causare la rottura di un equilibrio sottile, è amore? ma se l’equilibrio è
sottile è vero amore?
Gemma Pardocchi
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