Oggi
2 ottobre 2015, apprendo dalla solita pubblicità televisiva che è la festa dei
nonni. Ne sentivamo un urgentissimo bisogno.
Dopo
quella della mamma, del papà, adesso anche quella dei nonni. Spero che in breve
istituiscano anche quella degli zii, dei cugini, dei cognati , dei suoceri, dei
generi e delle nuore. Non sia mai che qualcuno,
sentendosi trascurato, si offenda.
sentendosi trascurato, si offenda.
Naturalmente
, sempre in TV è tutto un proliferare di annunci pubblicitari, in modo che
nessuno si dimentichi di questa nuova e
magnifica festa, men che meno il nonno e la nonna. E cosa viene pubblicizzato
soprattutto? Quale oggetto può rendere più felici questi nonni?
UNA VISITA GRATUITA DA AMPLIFON.
Questo
è infatti il meglio che la società dei consumi pensa che possa fare felici i
nonni i quali, come è notorio, si relazionano con i loro nipotini
esclusivamente su Skype in un elegante pc portatile. Infatti le immagini pubblicitarie
mostrano un nonno o una nonna che, felici, possono sentire, in modo finalmente
normale, ma solo tramite onde a bassa
frequenza, i propri nipotini.
Ma
quello che è veramente ragguardevole è che i nonni, per la LORO FESTA, non solo
non riceveranno alcun regalo, ma anzi dovranno spendere.
Spendere
per acquistare, come detto chiaramente nella pubblicità, un apparecchio
acustico. Del quale, poi, usufruiranno in modo più utile e proficuo, per
sentire la voce dei nipoti, solo e se acquisteranno un pc e si pagheranno un
corso di alfabetizzazione informatica.
Portare
i bambini a casa dei nonni, spendere un intero pomeriggio (orrore!) a casa dei
propri genitori anziani e stare con loro in piacevole conversazione tutti
insieme (ma vogliamo scherzare?) è una idea talmente aliena dai trenta/
quarantenni di oggi, che nessuno si scandalizza per una pubblicità come quella
di cui sopra. Diciamo che fa parte della vita quotidiana.
E
se i nonni, nel giorno delle figlie e dei figli o dei nipoti inviassero via
internet un’e-mail corredata da una loro gigantografia per dire auguri, sono qui, ci sentiamo in chat,
cosa accadrebbe?
E
poi ancora: se i nonni oggi sono capaci di interagire via internet con i loro
nipoti, a maggior ragione avranno certo altri interessi che non aspettare la
festa loro dedicata per avere il piacere
di vederli in video e stare con loro
virtualmente.
Che
tipo di animale è il nonno nell’immaginario di questi pubblicitari? Mi
piacerebbe saperlo! O forse questi trenta/quarantenni che escogitano campagne
pubblicitarie, si riferiscono ad
immagini di nonni anteguerra? Personalmente conosco molti nonni che non solo sono
ancora inseriti proficuamente nel mondo lavorativo (grazie anche alla
provvidenziale legge Fornero), ma danno
moltissimi punti a figli e nipoti sul piano degli interessi culturali e di impegni
quotidiani.
Non
sarebbe ora di cancellare per sempre questa immagine di nonni rimbecilliti che viene
veicolata attraverso i vari canali pubblicitari ?
Sfogliando
il libro di lettura delle due mie
nipotine, settenne una e cinquenne l’altra, che frequentano già rispettivamente
la terza e la prima classe della scuola primaria,
mi soffermo, insieme a loro, sull’immagine di una vecchina , con lo scialle
sulle spalle, con occhiali da presbite e capelli bianchi, seduta su una
poltrona a sferruzzare. Le due bimbe si girano verso di me e mi fanno in coro: “ma
questa che nonna è?”
Me
lo chiedo anch’io. Forse non è neppure la mia di nonna, vissuta a cavallo tra
l’ottocento e il novecento, devastata dai lutti di guerra e dalla fame del dopoguerra. Vale a dire la bis-bis-nonna
delle due mie esilaranti nipotine. E neppure la loro o quella di milioni di
altri bambini di oggi ,di sette otto anni.
Questa
dicotomia esistente tra la vecchietta disegnata nel sussidiario e l’immagine
del nonno con apparecchio acustico e connessione internet, mi fa riflettere molto,
a lungo e amaramente.
Immagine
romantica la prima, finalizzata , chissà, forse a sollecitare affettività
fasulle e pelose nei bambini in formazione. La seconda, invece, spumeggiante
immagine vòlta a indurre ancora una volta consumi dissennati. Mi chiedo, giusto così per
mia pura curiosità: se una persona, e non necessariamente anziana, ha problemi
acustici, deve andare a comprarsi il
primo apparecchio che capita? Non sarebbe forse meglio che andasse da un
otorino? O forse questa informazione è meglio che non passi visto che
potrebbero intasarsi gli ambulatori degli ospedali con messa in crisi delle
strutture ospedaliere dove non si riesce, neppure senzapubblicità, a farsi fare
una visita degna di questo nome in tempi non biblici?
Le
due immagini citate risultano entrambe assurdamente mistificatorie, piegate a fini che
nulla hanno a che vedere con il benessere della terza età. E che ancora una
volta inducono all’unico maxi valore unidirezionale: il consumo, il consumo, il
consumo.
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